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martedì 18 febbraio 2014

Barca, Alfano e incoeRenzi

Forse qualcuno non se n'è accorto, ma è successa una cosa che a nostro parere dovrebbe sconvolgere i pochi fervidi sostenitori di Renzi (nonchè del PD) rimasti. A radio 24 è stato organizzato un simpatico scherzetto ai danni di Fabrizio Barca, illustre e autorevole esponente del PD. Un imitatore di Nichi Vendola ha telefonato a Barca, il quale versava in uno stato di agitazione tale che si è lasciato immediatamente andare a confidenze importanti ed emblematiche sul futuro governo Renzi.

Nel corso della telefonata, Barca sostiene di non voler assolutamente far parte del governo Renzi in qualità di ministro, nonostante tutte le pressioni che sta ricevendo, in modo particolare dal "patron" di Repubblica, ovvero Carlo De Benedetti. Per la cronaca, De Benedetti è lo stesso che nel corso di Tangentopoli  ammise di aver pagato tangenti per 10 miliardi di lire ai partiti di governo. Ma allora proprio non ci sembra strano che questo personaggio sia, per usare un eufemismo, il tesserato numero uno del Partito Democratico? Che ne detti le linee, supervisioni e decida le mosse strategiche da attuare?? E se ancora non basta, pensate che appena ieri il PD ha regalato 22 milioni di euro a Sorgenia, un'azienda che costruisce centrali elettriche per conto di De Benedetti (trovate tutte le informazioni in questo articolo).

Ma oltre alle ovvie preoccupazioni riguardo all'esagerata importanza assunta dall'imprenditore De Benedetti dietro all'operazione politica in corso, Barca esprime anche ulteriori interessanti perplessità. Innanzitutto, questi non si spiega come possa formarsi e reggersi un governo senza alcuna idea nè progetto a supportarlo, fuori dai soliti slogan vuoti. E se lo sa lui dall'interno del PD, ci chiediamo cos'altro aspettino i sostenitori di Renzi a capire che il "bullo fiorentino" è davvero tutto fumo e niente arrosto. Solo che questa volta Renzi non è in televisione a farci sorridere con le sue battutine calcistiche. Tra pochi giorni sarà al governo del nostro Paese, perchè lui, come dice qualcuno, va come un treno, non si ferma davanti a niente e a nessuno, e del resto l'ambizione non gli manca. Però diciamo che la coerenza sì, quella un po' gli manca, dato che tutti ci ricordiamo di quando categoricamente asseriva che mai e poi mai sarebbe andato al governo senza passare dalle elezioni e dalla legittimazione popolare. Altro punto che lascia Barca molto perplesso, perchè secondo lui, ma anche secondo noi, il metodo è importante. Altrimenti qual è la differenza tra democrazia e dittatura? Non ci sono scuse, se per la terza volta consecutiva ci vediamo rifilare un Presidente del Consiglio non eletto, la differenza non può che essere il metodo.

Ma certo, vi stanno dicendo che non si può fare altrimenti, bisogna ancora trovare l'accordo sulla legge elettorale, non si può proprio pensare di andare a votare con la legge elettorale depurata dalla Consulta. Perchè poi? Ah già, certo, perchè con un proporzionale si formerebbe probabilmente un governo di larghe intese (leggete questo post dove abbiamo spiegato che ci  aspettano comunque 4 anni di governo di larghe intese non eletto). E poi, come ci ricorda il buon Renzi, la sua nuova proposta di legge elettorale (che dovrebbe chiamarsi Porcellum bis, come abbiamo spiegato in questo post) dovrebbe portare i partiti più importanti ad essere indipendenti dai cosiddetti "partitini", e quindi a non dover sottostare ai ricatti di questi ultimi. Ma allora, caro Renzi, noi ci chiediamo dov'è la differenza con quello che sta succedendo oggi, quando il tuo governo di larghe intese, ancor prima di nascere, è preda dei ricatti del Nuovo Centrodestra di Alfano. Ma sì, la differenza c'è eccome! Ricordiamo infatti, a chiunque se ne fosse dimenticato, che Alfano non è stato eletto da nessuno, si trova in Parlamento, e in particolare in un governo di larghe intese, solamente perchè ha deciso una scissione interna dal PDL di Berlusconi. Quanti voti potrebbe sperare di ottenere Alfano se domani si andasse alle elezioni? 

Ma del resto, a chi importa se chi detta le linee direttive al governo è stato eletto da noi cittadini oppure no? Lo stesso Renzi non è stato eletto da nessuno, rappresenta al massimo 2 milioni di elettori che lo hanno votato alle primarie (tra i quali probabilmente molti, alla luce dei recenti avvenimenti, nemmeno lo rivoterebbero). Quindi, tirando le somme, considerando che alle elezioni del 2013 gli aventi diritto al voto erano quasi 51 milioni, circa 49 milioni di elettori stanno per essere derubati della possibilità di avere un governo che li rappresenti, e anche quei famosi 2 milioni delle primarie devono sottostare ai ricatti di Alfano, che proprio non l'ha voluto nessuno, men che meno loro, poverini, che pensavano che il PD fosse un partito di sinistra.

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