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martedì 4 febbraio 2014

Impariamo dal passato per migliorare il futuro

La nostra visione del mondo è riassunta benissimo da queste parole di Giovanni Falcone: "Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini."

Dall'invenzione delle prime forme di linguaggio verbale a quella della scrittura, l'uomo ha sempre potuto apprendere dal proprio passato per poi spingersi oltre, verso traguardi ancora più ambiziosi. E' così che egli ha progressivamente affinato la consapevolezza di sè e del mondo in cui vive, costruendo una società sempre più avanzata, fondata su principi etici e morali in continua evoluzione.

Tuttavia, il progresso dell'umanità nel mondo occidentale ha conosciuto due grandi momenti di crisi e involuzione, in cui l'uomo ha dimenticato la propria storia e gli insegnamenti dei suoi avi, e si è allontanato da se stesso.

La prima di queste due epoche è denominata emblematicamente "Età buia". Ci riferiamo al Medioevo, il lungo periodo iniziato con  la caduta dell'Impero romano d'Occidente, in cui gran parte dell'Europa ha perso contatto con le conoscenze già acquisite in passato. Il progresso culturale e sociale inoltre è stato impedito dalla visione teocentrica dell'epoca, che ha annullato l'individualità umana e le sue infinite potenzialità. La repressione ideologica e culturale ha poi raggiunto il suo apice con l'inquisizione, quando chiunque sosteneva teorie innovative contrarie all'ortodossia cattolica veniva annientato.

Da questa fase di regressione si è potuto uscire solo riabbracciando gli antichi valori e principi delle culture classiche: quella ellenica e quella romana. Il progresso è quindi ripreso da dove si era interrotto, grazie all'Umanesimo e subito dopo al Rinascimento, i quali hanno finalmente restituito all'uomo la propria dignità e il ruolo di protagonista e artefice del proprio destino. Come recita la prima affermazione umanistica occidentale, riferita a Protagora: "Di tutte le cose misura è l'uomo, di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che non sono".

La seconda brusca interruzione al progresso dell'umanità si è avuta quando l'uomo è tornato a guardare all'infuori di sè, questa volta idolatrando il "dio denaro". Ovviamente parliamo della società attuale, dove il progresso culturale, sociale e scientifico è asservito a logiche di mera convenienza economica. La storia e gli insegnamenti dei grandi che ci hanno preceduto sono ormai considerati obsoleti, quasi inutili in un mondo dove ogni cosa è mercificabile e il suo valore è stabilito dal mercato. Ci siamo persi nel consumismo sfrenato, nell'avidità e nell'opportunismo, al punto da convincerci che non abbiamo nulla di meglio da dare al mondo, e nulla di meglio da ricevere. Stiamo dimenticando progressivamente la nostra vera natura e le nostre infinite potenzialità.

Tutti noi siamo chiamati ad un secondo Rinascimento. Torniamo a ricordare gli insegnamenti di coloro che avevano iniziato quel percorso che ora sta a noi proseguire; solo così potremo riscoprire i valori di verità, giustizia ed uguaglianza che abbiamo ormai dimenticato. Questi ideali fanno parte di noi e ci contraddistinguono come esseri umani, alimentano la nostra forza interiore e ci guidano da millenni lungo il percorso della storia.

Possiamo, anzi dobbiamo, ripartire già da oggi. E' il nostro contributo al progresso dell'umanità.

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