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domenica 23 marzo 2014

Renzi vs Moretti: sicuri di stare dalla parte giusta?

Negli ultimi giorni si è polemizzato molto sulle controverse affermazioni dell'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, il quale, in seguito all'annuncio di Matteo Renzi sui nuovi tagli agli stipendi dei dirigenti pubblici, ha risposto che se tale decisione venisse effettivamente presa, lui e molti altri dirigenti deciderebbero di trasferirsi all'estero o nel settore privato.

In particolare ad alzare la voce in risposta a queste affermazioni sono stati il Presidente del Consiglio, che si è detto deciso a procedere comunque ai tagli, e Diego Della Valle, noto renziano che si è addirittura lasciato andare a queste dichiarazioni contro Moretti, arrivando ad incitare gli italiani ad "accompagnarlo a casa". 

Ma siamo sicuri che questi signori parlino per amore del popolo italiano? Non è un segreto che Renzi stia facendo di tutto pur di convincerci a svendere e privatizzare quel poco che ancora abbiamo di pubblico in Italia (per esempio leggi questo e questo). Ma non è neppure un segreto che Della Valle, insieme a Luca Cordero di Montezemolo, sia proprietario di Italo, la nuova compagnia ferroviaria che da quasi due anni fa concorrenza a Trenitalia. 

Allora non è difficile ipotizzare un certo conflitto di interessi, e d'altronde la mossa di tagliare gli stipendi dei dirigenti pubblici ha poco a che fare con un revisionamento ed efficientamento della spesa pubblica. Prendendo in esame il caso di Moretti infatti, questi ha il merito di aver riportato Ferrovie dello Stato in utile di 450 milioni di euro dopo che il precedente amministratore aveva fatto registrare perdite per oltre due miliardi. E Moretti guadagna la metà di quell'amministratore, e circa quattro volte meno rispetto al suo omologo tedesco. 

Se l'intenzione è quella di rendere più competitiva un'azienda che già produce utili, e che quindi non costa nulla alla collettività, ma anzi le garantisce una rendita, la soluzione è quella di fare nuovi investimenti, non certo quella di tagliare fondi e stipendi fino a metterla in ginocchio.

Evidentemente allora l'obiettivo è esattamente l'opposto: indebolire i nostri enti pubblici strategici e direzionare i manager migliori verso il settore privato, in modo da poter dire a posteriori che la cosa pubblica è male amministrata e che quindi va privatizzata.

Qui non vogliamo dire che sia giusto che un amministratore delegato guadagni 850.000 euro l'anno mentre la stragrande maggioranza dei cittadini fatica ad arrivare a fine mese. Noi siamo per la giustizia sociale, ma pensiamo che questa debba valere in senso assoluto: sia per il pubblico che per il privato. Rendere i manager pubblici dei manager di serie B non produrrà alcun altro effetto se non quello di rendere anche le aziende pubbliche delle aziende di serie B. Riceveremo servizi sempre peggiori, dal trasporto ferroviario all'istruzione e alla sanità, finchè non saremo costretti a ricorrere al settore privato per soddisfare quei bisogni essenziali. 

Quindi se davvero si volesse fare qualcosa nel senso di garantire una più ampia solidarietà e giustizia sociale, il modo per farlo non sarebbe certo quello di tagliare gli stipendi dei manager pubblici migliori, invitandoli a cercare compensi più alti nel settore privato. L'unica soluzione possibile sarebbe quella di fissare per legge un tetto agli stipendi dei dirigenti, sia pubblici che privati, in modo che non possano essere superiori per esempio di 12 volte rispetto allo stipendio minimo pagato dalla società di appartenenza ai suoi dipendenti. Ma evidentemente, nonostante le apparenze, non era il desiderio di giustizia a guidare il nostro Presidente del Consiglio e Della Valle nelle loro dichiarazioni.

D'altronde anche solo il modo in cui questa storia è stata ingigantita e strumentalizzata dai media per giorni, nonostante stessero succedendo cose ben più importanti nel mondo, è quantomeno emblematico. Noi, come opinione pubblica, siamo costantemente strumentalizzati e manipolati grazie alla ormai comprovata logica del "mal comune mezzo gaudio". Ci costringono ad odiare un amministratore delegato che dopo essersi tagliato lo stipendio del 50% ha anche portato l'ente affidatogli in gestione da una situazione di gravi perdite ad una situazione positiva, mentre la vera casta, il vero potere e i veri problemi restano taciuti. 

Ormai ci hanno convinti che il nemico sia lo Stato, e continuano a fare di tutto pur di distruggerlo, ma ancora una volta vi ricordiamo che lo Stato siamo noi cittadini. Siamo stati noi a dargli vita nei secoli, a renderlo democratico, trovando in questa organizzazione l'unica istituzione preposta a tutelare e garantire i diritti fondamentali di tutti noi.

E' ora di smetterla di pensare che l'entità astratta "Stato" sia direttamente responsabile delle proprie inefficienze. Dietro ogni spreco e ogni tangente c'è sempre qualcuno che ne trae un profitto. E udite udite, questo qualcuno non è mai lo Stato in quanto tale, ma piuttosto un individuo, un privato (vedi caso Expo, tanto per non dover andare troppo indietro nel tempo).  Allora sarebbe stupido eliminare lo Stato solo perchè qualche soggetto privato lo sfrutta in modo illecito per i propri interessi economici, e ancora più stupido sarebbe pensare, alla luce di tutto ciò, che la panacea di tutti i mali siano le privatizzazioni. Sarebbe come curare un'emicrania tagliandosi la testa.

3 commenti:

  1. Per quanto mi riguarda Moretti può andare dove gli pare, Trenitalia attualmente è amministrata male comunque sia...il tuo discorso fila,Renzi non è un santo, tutto va comunque in malora, ma anche se per la mia azienda io sono come loro dicono "la più brava" se domani gli rispondo così mi accompagnano alla porta...il signor Moretti tanta arroganza se la poteva risparmiare.
    Continuo a pagare 37.90 euro il biglietto del treno hanno tolto il servizio bar e linceziati tutti gli operatari di tale servizio, tutto questo per continuare a mungere il "Frecciarossa" che è a portata di mano solo per chi può gli altri viaggiano sui treni fuffa,quelli sporchi,quelli che arrivano in ritardo sempre.
    Ti preoccupi che si possa passare dal pubblico al privato è già tutto privato e già tutto costruito solo per una certa elitè e se hai bisogno di un servizio serio o paghi un privato o ti attachi al tram, non hanno bisogno di questa mossa per privattizare è già tutto privito anche quei servizi che sembrano pubblici e quel che rimane per "pubblico" è solo per i "poveri", quelli che sul Frecciarossa non ci possono andare per intenderci,

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    1. Siamo d'accordo sul fatto che ormai tutti i servizi pubblici sono scadenti, ma pensare che non potrà andare peggio sarebbe un grave errore. Se, restando nel campo dei trasporti ferroviari, un giorno ci dovesse essere una privatizzazione definitiva, allora moltissime tratte verrebbero cancellate. Per assicurare l'intera copertura nazionale infatti Trenitalia è costretta a garantire i suoi servizi anche nelle tratte in perdita, mentre Italo è presente solo nelle poche tratte più proficue... Qui il problema non è prendersela con un manager che guadagna troppo, ma rendersi conto che stanno facendo di tutto pur di distruggere quel poco di pubblico che ci resta. Sarebbe bello se bastasse semplicemente tagliare perchè tutto inizi a funzionare, ma purtroppo è l'esatto opposto, occorrono investimenti. Anche per questo è fondamentale riacquistare le sovranità monetaria e politica prima che sia troppo tardi, o un giorno ci sveglieremo e ci accorgeremo di non avere più nulla.

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    2. Di Moretti mi ha dato fastidio l'arroganza, sono darco che con i tagli non si va da nessuna parte e che bisogna investire,però come avevi già accennato che si proporzionino gli stipendi esagerati e da spreco, che comunque hanno un peso rilevante.
      Alcune tratte sono giàstate cancellate e hanno provocato disagi ai pendolari a chi col treno ci va a lavorare non in vacanza.
      Moretti s'offende per un possibile taglio di stipendio,pensi a come si sono offesi quelli che sono rimasti a casa senza un lavoro.Ha gudagnato abbastanza se ora ritrovasse anche un cuore non gli farebbe male alla salute.
      Daccordissimo sula sovramita monetaria
      Ciao

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