Pagine

lunedì 3 marzo 2014

Tu da che parte stai?

Ormai da millenni l'uomo è impegnato in un percorso di crescita e civilizzazione in cui impara sempre meglio a conoscere se stesso e a vivere in armonia con i propri simili. Per questo nel corso della storia siamo passati da forme di governo autoritarie e dittatoriali a forme di governo democratiche e di diritto. Abbiamo sentito l'esigenza di darci delle regole, di coordinare i nostri interessi e indirizzarli verso il bene comune. 

Questo percorso ha raggiunto il proprio culmine nei moderni stati democratici, dove finalmente, dopo grandi lotte e conquiste, tutti i cittadini (uomini e donne) vantano dei diritti fondamentali come la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nelle sedi istituzionali e una serie di diritti come quelli alla salute, all'istruzione e ad una vita dignitosa. 

Fino ad ora quindi si può dire che la parte sana è riuscita ad erodere e a sottomettere progressivamente quegli interessi egoistici e opportunistici  che impedivano il raggiungimento di un benessere collettivo. Nel tempo sono sorti valori e principi ritenuti essenziali ancora oggi, e tutto ciò ad opera dell'intelletto umano, che tramite l'ideazione di regole civili, economiche e sociali si è concentrato sulla costruzione di una società che fosse migliore per tutti. 

Ma allora oggi cosa sta succedendo? Perchè le parole "liberalizzazione" e "deregolamentazione" dei mercati si sentono sempre più spesso, in contrapposizione ad una presunta inefficienza e dannosità dello Stato e delle sue regole? 

Per rispondere a questo quesito, innanzitutto è necessario capire che il modello neoliberista (che abbiamo approfondito in questo articolo) non rappresenta una volontà popolare che si è improvvisamente resa conto della necessità di abolire lo stato e le sue regole (che democraticamente il popolo stesso si è dato) al fine di poter valorizzare e massimizzare le proprie abilità commerciali e finanziarie. Al contrario, il modello neoliberista e tutti i sacrifici che esso inevitabilmente comporta sono stati, e continuano ad esserlo, imposti alla collettività dall'alto, evidentemente da quei pochi che rivogliono indietro vecchi privilegi e poteri. 

Si tratta del colpo di coda di quella parte marcia dell'umanità che negli ultimi 60 anni si è vista sottomettere dalla collettività ed ora cerca di imporci nuovamente forme di governo dittatoriali in cui i diritti dell'uomo sono eliminati e calpestati. 

D'altronde se chi ci viene a raccontare che lo Stato è inefficiente, e che quindi dobbiamo al più presto privatizzare e liberalizzare i mercati, siede al governo senza alcuna legittimazione popolare, così come i precedenti due capi di governo che avevano iniziato questa opera di distruzione degli interessi della collettività, questo non può essere un caso. 

Il popolo non ha più voce in capitolo; il giorno dell'insediamento del nuovo Presidente del Consiglio nominato ci sono militari e polizia ad ogni angolo di strada, ed in piazza a Montecitorio non ci si può neppure entrare. Stiamo tornando in dittatura, una nuova dittatura che fa leva sul debito pubblico e sullo spread. Sono questi valori economici che ci impongono tagli del welfare, tasse sempre più alte e un continuo annichilimento dei nostri diritti fondamentali, come ad esempio quello basilare di poter eleggere i propri rappresentanti in Parlamento e al governo. 

In questa nuova dittatura (ne abbiamo parlato anche qui) vediamo tanti burattini che si alternano e fanno finta di combattersi dandoci l'impressione di un cambiamento e riaccendendo periodicamente in noi l'illusione di una speranza. Nel nuovo sistema chi governa sul serio non si espone più in prima persona, ma si nasconde dietro questi burattini e quegli indici economici tramite i quali controlla ogni dinamica politica ed economica di un Paese. 

E' ora di abbandonare la dicotomia destra-sinistra, perchè semplicemente non esiste. Oggi l'unico confronto che può essere fatto, e siamo chiamati a fare, è tra chi difende questo sistema, e quindi i burattini che ci vengono imposti dall'alto per completare opere di liberalizzazione e privatizzazione di settori nevralgici dell'economia, e chi invece tenta di opporsi a questo sistema, ovvero coloro che tantano di restituire al popolo la propria sovranità e i propri diritti fondamentali. 

Ormai è il tempo delle scelte, e conviene sbrigarsi a schierarsi dalla parte giusta. Un giorno potremmo non avere più nemmeno questa scelta.

1 commento: